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arteideologia raccolta supplementi
nomade n. 4 dicembre 2010
IL POVERO SIGNOR PEEL
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IL GUATEMALA PERDUTO
II 30 giugno il governo guatemalteco, conquistato il giorno prima da un certo colonnello Monzon, capitola davanti all'aggressione organizzara dagli Stari Uniti e dal loro candidato locale C. Armas.
Anche i caporioni più imbecilli delle borghesie europee capiranno più tardi fino a che punto il successo dei loro "indefettibili alleati" li minacci, immobilizzandoli nel loro irrevocabile contratto di gladiatori mal pagati dell'"american way of life", condannandoli a marciare e a crepare patriotticamente nelle prossime carneficine della Storia, per Ie loro quarantotto stelle leggermente tricolore. Dall'assassinio dei Rosenberg, il governo degli Stari Uniti sembra aver scelto di lanciare ogni anno, a giugno, una sfida sanguinosa a tutti coloro che, nel mondo, vogliono e sanno vivere liberamente. La causa del Guatemala è stata perduta perché gli uomini al potere non hanno osato battersi su un terreno che fosse veramente il loro. Una dichiarazione dell'Internazionale lettrista (far inghiottire loro il proprio chewing-gum) del 16 giugno - tre giorni prima del pronunciamento - segnalava che Arbentz doveva armare i sindacati, e contare su tutta la classe operaia dell'America centrale di cui rappresentava la speranza di emancipazione. Invece di fare appello alle organizzazioni popolari spontanee e all'insurrezione, si è sacrificato tutto alle esigenze dell'esercito regolare come se l'esercito non fosse fondamentalmente fascista, come in tutti i paesi, e destinato sempre alla repressione. Una frase di Saint-Just ha stigmatizzato da tempo Ie persone di questa specie: "Quelli che fanno una rivoluzione a metà non fanno altro che scavarsi una fossa...". La fossa è pronta anche per i nostri compagni guatemaltechi - portuali, camionisti, lavoratori nelle piantagioni - che sono stati abbandonati senza difesa e che in questo momento vengono fucilati. Dopo la Spagna o la Grecia, il Guatemala si annovera tra Ie nazioni che attirano un certo tipo di turismo. Speriamo un giorno di fare questo viaggio. - Per I'lnternazionale  lettrista: M.-I. Bernstein, Andre-Frank Conord, Mohamed Dahou G.-E. Debord, Jacques Fillon, Gil J. Wolman.
[Potlatch n° 3 • 6 luglio 1954]

PER LA GUERRA CIVILE IN MAROCCO
Mentre in Marocco aumenta ogni giorno la violenza tra la parte evoluta delle popolazioni urbane e Ie tribù feudali usate dalla Francia, l'azione di una minoranza autenticamente rivoluzionaria non deve essere differita ulteriormente. Attraverso il sostegno iniziale alle rivendicazioni dinastiche del nazionalismo, questa minoranza può fin da ora portare la base del movimento verso un'insurrezione più seria, senza subordinare il suo intervento ad una presa di coscienza di classe per tutto il proletariato marocchino.Questa presa di coscienza non giocherà storicamente nella crisi che si sta aprendo. Bisogna tentare di provocarla nel compimento di una lotta intrapresa da altre correnti, su altri piani (terroristi antifrancesi, fanatici religiosi).
La guerra della libertà si conduce a partire dal disordine.
Firmato: Internazionale  lettrista
[Potlatch n° 8 - 10 Agosto 1954]

LE COLONIE PIU' SOLIDE...
- Dalle notizie che ci sono  pervenute si tratta di una scossa di ottavo grado, classificata come rovinosa, o forse di nono grado, classificata come disastrosa. Si assiste, in questo caso, ad una distruzione parziale o totale degli edifici più solidi… (I giornali, il 10 settembre) -
Orléansville, centro del Gruppo Algerino dell'I.L., "la città più lettrista del mondo”, secondo il suo slogan che era giustificato dalI'appoggio dato al nostro programma da una frazione evoluta della sua popolazione algerina, è stata cancellata dalle carte dal sisma del 9 settembre e dalle scosse dei giorni seguenti.  Tra i milletrecento morti e le migliaia di feriti, accusiamo la perdita della maggior parte del Gruppo Algerino. Mohamed Dahou, inviato sul posto, non ci ha ancora potuto far pervenire il numero esatto, a causa della dispersione degli abitanti.  Le Actualités françises, più in vena che mai, hanno celebrato l’avvenimento con un film che mostra unicamente europei, con le loro bare, i loro crocifissi, i loro preti e vescovi, burla che tende a far vedere I'Algeria come una regione popolata principalmente da francesi, di religione cattolica, e dal livello di vita elevato quando la terra non trema. >
In compenso, Le Monde del 19 settembre dava notizia di "agitatori" non meglio definiti, tra la popolazione locale rimasta a Orléansville, che è occupata militarmente. La questione della ricostruzione di Orléansville pone in effetti dei problemi assai gravi. Quale che sia l'ostilità del gruppo lettrista algerino, e degli elementi che influenza, nei confronti dell’edificazione di abitazioni-caserma vagamente alla neocorbousier, è evidente che allo stadio attuale della nostra azione una critica seria di questa forma di architettura particolarmente disastrosa non possa essere mantenuta, tenuto presente che quarantamila persone aspettano dall'Amministrazione un rifugio qualsiasi. Ma va risolutamente combattuto il progetto ufficiale di ricostruzione. degli alloggi indigeni al di fuori della città, sul cui terreno una volta sgomberato si innalzerebbe successivamente una nuova città esclusivamente europea. Il Gruppo Algerino continuerà con costanza adenunciare questa discriminazione e a sostenere un'opposizione unanime contro il ghetto premeditato.
[Potlatch n° 17 – 24 febbraio 1955]

I FELLAGHA DAPPERTUTTO
Qualche giorno fa la stampa rivelava che sul corpo di un capo terrorista abbattuto nell’Aurés sono stari trovari dei vaglia spediti dalla Francia, per un valore totale di un milione. La settimana scorsa, due operai originari di Batna erano costretti a lasciare la fabbrica parigina dove lavoravano perché accusati di finanziare i ribelli in campagna con vaglia che spedivano nel loro paese. Dal momento che si sa che quasi tutti gli algerini che lavorano in Francia fanno vivere con il loro salario le famiglie che lasciano in Algeria (in realtà è per questo che sono dovuti venire in Francia), si comprende quale sia lo scopo di una tale provocazione, applicabile ovunque contro gli elementi sospetti alle direzioni aziendali. I nostri compagni algerini dovranno segnalare l'esistenza di questa manovra, la cui principale condizione di successo pare essere la sorpresa.
[Potlatch n° 12 - 28 settembre 1954]

TUNISIA
Manifestanti chiedono lavoro, scontri nelle strade. Un morto e diversi feriti - Dopo diversi suicidi di laureati disoccupati, esplode la collera popolare.-
A Sidi Bou Zid tutto è cominciato con un controllo di polizia effettuato su un ambulante ventiseienne, Mohamed Bouazizi, accusato di commercio illegale, a cui è stata confiscata la mercanzia, il 17 dicembre. Dopo aver  tentato invano di recuperare le sue cassette di frutta e verdura ed essere stato respinto in malomodo dagli agenti, l'ambulante s'è dato fuoco ed è stato trasportato d'urgenza in un reparto per grandi ustionati a Tunisi.
Appresa la notizia, molti giovani hanno organizzato un sit-in davanti alla prefettura, e hanno chiesto un incontro con il governatore locale. Il giorno dopo, giorno di mercato settimanale, la protesta si è amplificata....
[ Il Manifesto, 28 dicembre 2010 ]

BRUCIA, MONDO, BRUCIA
Contro i movimentisti del suo tempo Marx disse che una rivolta politica può avere aspirazioni universali fin che si vuole, ma rimane meschina se non è espressione di un movimento reale di cambiamento; mentre una rivolta per spinte reali appare meschina fin che si vuole, ma ha invece un contenuto sovversivo universale.
In Cina il numero di rivolte contro il Capitale e il suo Stato è ormai fisso sulle decine di migliaia ogni anno. Le banlieues di tutto il mondo sono in fermento continuo.
Oggi esplode l'ennesima rivolta del pane nel Nordafrica. Ci vuol poco a capire che si tratta di un'esplosione dovuta al contrasto fra ciò che il Capitale promette e ciò che in realtà elargisce.
Chi scende in piazza rischiando la vita non sventola roboanti programmi, ma partecipa con tutto sé stesso all'affermazione del programma adatto alla rivoluzione.
[ n+1  Newsletter numero 169, 13 gennaio 2011 ]


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